Quei 2 erano più gemelli di noi

L’inizio degli anni ‘90 fu come un apice. O come un ingoio di un boccone d’aria prima di lanciarsi giù dalla gobba di un ottovolante.
Vialli, Mancini e Cerezo si gettano una secchiata di acqua ossigenata sulla zazzera: è lo scudetto! L’ultimo scudetto del calcio antico, o il primo del calcio moderno, chi lo sapeva? Di qua un santone dei Balcani, Vujadin Boskov, di là due fighetti con quattro palle così. Vialli Mancini. Garbati, ma se gli davi alle caviglie bestemmiavano come Dio comanda.

L’inizio degli anni ‘90 è come il divaricarsi delle lame di una forbice. Festoso. Si taglia un nastro qui, si schiude un fiocco là. Nessuno sa ancora che si prepara una cesoiata.
Nelle città da bere l’alzarsi dei calici dà ebbrezza prima che ci si accorga che sono gli ultimi brindisi. Sgoccioli. Millenovecentonovantadue, novantatre va… Poi è tutto un volare di stracci, teste, fascicoli giudiziari, dignità, cacca.
Il dopo è oggi.

Prima c’era stato il calcio “perbene”.
Sarti Burgnich Facchetti…
Zoff Gentile Cabrini…
Noioso ma te ne innamoravi. “Si tagli i capelli, e poi si ripresenti domani”. Gli Zoff e gli Scirea. I Facchetti. Va bene, nipote: gente regolare fino all’inceppamento.
Ma non sbandieravano la serietà. La fabbricavano e la usavano.
Poi arrivarono questi. Vialli Mancini. Viallimancinicerezolombardopellegrinipagliuca…
Si divertivano e ti divertivano. Si allenavano e ridevano. Ma una sera dopo essersene dette di tutti i colori giurano: devono portare lo Scudetto a Genova e fino a quando questo non accadrà non lasceranno la Sampdoria.

Questo accadrà.
Accadrà ancora una finale di Coppa dei Campioni ed un dolore forte come una pallonata di Koeman, un bruto: spingardate a 120 all’ora.

Poi tutto va in frantumi. La Sampdoria, la fratellanza blucerchiata, la mente di Boskov, i polmoni di Mantovani, la DC, il PSI, l’Italia.
L’albo d’oro diventa InterMilanJuveInterMilanJuve.
JuveJuveJuveJuveJuveJuve…
La legge Bosman conquista una libertà di cui godrà solo Raiola e qualche altro ingordo.
Eccoci qua. Milioni e gel. Inginocchiamenti e balbettii.
La Gazzetta ti avvisa che ci vogliono 2’13” per leggerti un articolo in cui Ronaldo ti mostra lo scontrino del suo ultimo orologio. 3’34” per informarti che l’Inter ha una semestrale che Xi Jinping apriti cielo…

Però quei due si abbracciano ancora.
Il Guerin Sportivo racconta sempre le storie di chi si è perduto strada facendo.
Il nuovo oratorio di don Mattia ha lasciato spazio per un campetto.
E ieri nostro nipote ci ha chiesto se è vero che Marinus Michels era un burbero.
Renè stava per dire “solo se in ritiro esageravamo con le fidanzate”.
L’ho fulminato con lo sguardo. “Sì, ma non era cattivo. Rosicava. In cuor suo sapeva che non aveva inventato un beato niente, men che meno il calcio totale. Eravamo noi a saper giocare a pallone come solo in paradiso…”

Insomma, sotto sotto sarà poco più di una minchiata.
Ma questo benedetto assurdo bel pallone, rimane una minchiata che amminchia.