“Toglimi una curiosità gemellone, ti sei vaccinato?”
“Certo che sì! È un atto di responsabilità collettiva e io credo nella forza del metodo scientifico e nei progressi della medicina e nella libertà che riconosce l’Altro e…. e tu?”
“Certo che no! La libertà è individualità e io non credo in una narrazione dei fatti che ci distoglie dai veri problemi in nome del profitto e non mi faccio fagocitare da Big Pharma e non mi aggrego a nessun gregge e… No, non mi sono vaccinato”.
“…”
“…”
“E va bene, vuoi la verità, fratello? È stata la paura. Anche se davanti agli altri mi vergogno a dirlo. Ho il terrore di ammalarmi o di contagiare qualche mio familiare. Sono anni che prendo pillole colorate per tutto, anche per un mal di testa e adesso che siamo in una pandemia mondiale… ma sì dai, mi sono vaccinato”.
“Quindi devo dire pure io la verità… Be’, ho proprio fifa e mi vergogno a dirlo ai miei amici di Facebook. Sto bene, perché rischiare di morire? E come faccio a scegliere la cosa giusta per i miei nipoti? E se sono quell’uno su un milione che gli si ingorgheranno i vasi sanguigni in testa? E se mi impazzisce un neo tra dieci anni, chi me lo dice che non sarà stato il ‘gesto di responsabilità collettiva’? No, no, no… non mi sono vaccinato”.
“Quindi paura, senso di colpa, ansia. Sentimenti primordiali, collaudati, che funzionano da un milione di anni.”
“Vuoi dire che non è il caso di schierare in campo i massimi sistemi? Di scambiarsi randellate saccenti e parate apocalittiche? Guarda che ho letto documenti che non fanno circolare che…”
“Vedi, noi siamo stati cresciuti col principio di autorità. LO HA DETTO LA TELEVISIONE. La signora dice che siamo 3,5 miliardi, e lo porta pure il sussidiario. Anzi il sussidiario dice 3,48 miliardi, ma la signora ha sicuramente ragione. Il dottore ha detto che basta un po’ di acido borico. Alessandro Manzoni, bisogna che lo leggi”.
“E se Gianni Brera dice che quel Sacchi è un eretico gonfiato, vedrai che prima o poi il Milan scoppia”.
“Che bella sicurezza quel sentirsi ignoranti!”
“Un fatto per il quale non c’era da offendersi. Beatamente ignoranti”.
“Non c’era da deprimersi, né da arrabbiarsi perché ognuno aveva il suo posto (ma potevi, con fatica, puntare ad un posto migliore pure tu) e non ti si degenerava il cervello, perché pensavi tanto quanto ti competeva, e non su mille materie per 30 ore al giorno, davanti a 3000 amici supposti, sempre pronti a dire la loro e a giudicarti e a schernirti. Erano schemi semplici e comprensibili, a misura nostra. Non avevi alcuna missione per l’umanità, alcun segreto nascosto a tutti da svelare e alcun dito ammonitore da sollevare. Ancora oggi penso che se quella in terza fila nel coro parrocchiale si fosse messa con me, sarebbe stata fatta…”
“Elisa? Cosa c’entra adesso?”
“Non lo so, mi sembra che con un po’ più di amore tutto sarebbe più semplice”.
“Ma insomma, oggi, perché ci facciamo la guerra dei mondi sui vaccini?”
“Perché togli Dio, togli la maestra, togli tuo padre, togli l’arciprete, togli l’onorevole, chi cavolo ti insegna a non aver paura?”
“Diventi spavaldo, ma non coraggioso”.
“Chi mette sopra gli istinti cose ragionate e ragionevoli? Chi mette freni alle fantasie rompicollo?”
“Lo vado a chiedere a Google.”
“No, vieni stasera a cena da me e ne parliamo un po’ davanti a un paio di Lager scure”.
“O una bella weiss, opaca come questi tempi pieni di bisbigli?”
“Ho detto Lager scure e non discuto. Sono da paura.”
“Pure tu. Un poco…”